Quando internet ha cominciato a diventare uno strumento di uso quotidiano, intorno ai primi anni 2000, qualcuno più lungimirante ne ha intravisto tutto il potenziale, fantasticando su scuole e università totalmente online. Certo all’epoca poteva sembrare implausibile, eppure oggi ci ritroviamo in un mondo in cui studiare in rete è molto più semplice e non ci provoca alcuno stupore.
Studiare in rete
Attualmente, anche a causa della pandemia da Covid-19, che ha spinto i governi di molte nazioni a implementare le piattaforme online, l’esperienza di studio in rete è mista: da un lato la classica esperienza fisica a cui tutti siamo stati abituati (lezioni ed esami in presenza), dall’altro la novità dell’esperienza virtuale (lezioni ed esami in modalità digitale). Come si vede, non è stata avviata una conversione completa per trasformare scuole e università pubbliche in sistemi online al 100%.
Reale VS virtuale
Se escludiamo l’aspetto economico, uno dei motivi alla base di questa mancata trasformazione riguarda la centralità della presenza fisica: studiare esclusivamente in rete, infatti, ha degli effetti negativi sulle relazioni sociali che gli studenti normalmente sperimentano in presenza e grazie a cui formano la propria individualità all’interno della società. Non è possibile ricreare virtualmente delle situazioni che si verificano solo dal vivo: dalle attività di gruppo alla creazione di legami e amicizie, dal doversi confrontare con i professori al relazionarsi con l’autorità di classe.
E tuttavia, anche lo studio online presenta diversi vantaggi per gli studenti: innanzitutto non c’è bisogno di spostarsi, quindi meno stress e più comodità per gli alunni, minori costi da sostenere per i genitori; e poi la gestione del proprio tempo in modo molto più flessibile, la libertà di vestirsi come si vuole, meno attenzione alla condotta di classe (visto che, di fatto, la classe non è più una vera entità).