I limiti strutturali dello studio in rete
Non è necessario demonizzare gli strumenti virtuali per accorgersi che la formazione online presenta diversi limiti, pur tuttavia ricordando che praticamente ogni aspetto delle nostre vite ha il rovescio della medaglia. Cerchiamo di analizzare meglio la situazione per capire cosa non va e dove si può intervenire per migliorare le cose.
I rischi per gli insegnanti
In prima analisi, dobbiamo prendere in esame la forza del mercato: la domanda di formazione specializzata è così ampia e in crescita che stiamo già assistendo a una saturazione. Se ciò da un lato può sembrare un bene, perché il docente che vuole restare al vertice deve necessariamente spendersi per migliorare i propri contenuti, dall’altro si corre il pericolo di badare più al lato estetico e pubblicitario dell’insegnamento (un marketing persuasivo che mira ai numeri piuttosto che alla qualità).
Milioni di potenziali apprendenti possono accedere ad altrettanti milioni di corsi senza doversi più preoccupare delle barriere spazio-temporali. Ma come faranno a districarsi in quella che sembra ormai diventata una vera e propria giungla virtuale?
Online sì, online no
Vediamo ora quella che di fatto si rivela essere la maggiore debolezza della formazione online e che ha molta importanza per chi vuole imparare e specializzarsi in un determinato ambito. Escludendo quelle poche piattaforme che offrono insegnanti ufficialmente qualificati, non è infatti chiaro quanta differenza faccia il resto dei corsi dal punto di vista curricolare in assenza di un riconoscimento autorevole.
In definitiva, questo settore non è ancora stato regolamentato secondo determinati standard, creando non poca confusione; eppure, data la crescente popolarità, non c’è motivo per non pensare che presto verrà implementato, diventando forse l’unico riferimento per la formazione specializzata in tutto il mondo.